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martedì 31 marzo 2015

Guida galattica per gli autostoppisti


“Dunque le cose stanno così”, disse Arthur. “Moriremo.”
“Sì”, disse Ford. “a meno che… ehi, un attimo!” Scattò in piedi di colpo e corse dall’altra parte della camera, alle spalle di Arthur. “Cos’è quel pulsante?”, urlò.
“Cosa? Dove?”, gridò Arthur, girandosi a guardare.
“No, mi sono ingannato.”, disse Ford. “Credo che dopotutto moriremo.”

Ciao lettori della Cronache!
Approfitto al volo di una pausa serale per recensire uno degli ultimi romanzi che ho letto, Guida galattica per gli autostoppisti.
Questo libro era nella mia reading list già da tempo, ma non avevo mai trovato l’occasione giusta per iniziare. Forse molti di voi non lo conoscono, oppure hanno sentito nominare il film che ne è stato tratto qualche anno fa, ma in Inghilterra e negli USA schiere e schiere di appassionati venerano questa singolare critica della società in chiave fantascientifica. La Guida galattica per gli autostoppisti, infatti, è un libro difficile da relegare ad un genere soltanto, poiché si tratta una mirabolante commedia dissacrante in veste fantascientifica.
Ma passiamo alla trama…

TRAMA:

Una gigantesca autostrada cosmica sta per essere costruita dalle parti del sistema solare. E una banale diramazione deve essere aperta proprio dove ora c'è la terra. Di conseguenza quel vecchio e inutile pianeta va rimosso. Lo viene a sapere Ford Perfect, redattore extraterrestre in incognito sul nostro pianeta per aggiornare la monumentale "Guida galattica per gli autostoppisti", il manuale che insegna ai turisti galattici come destreggiarsi nel cosmo selvaggio.

RECENSIONE:

Iniziamo con una premessa: non fatevi prendere dal panico se la fantascienza non è il vostro forte, come vi ho detto prima, la Guida galattica è un libro godibilissimo anche da chi Asimov non l’ha mai sentito pronunciare. Il romanzo, infatti, è un concentrato di british humor e di ironia, il che lo rende una lettura piacevole anche per chi è a digiuno di fantascienza.

Navi spaziali, moderne tecnologie, alieni… Ok, c’è tutto questo, ma lo scopo di Adams è quello di farci riflettere sui difetti degli umani con un pizzico di umorismo: i terrestri, infatti, sono descritti come un popolo di menefreghisti, “una forma di vita così primitiva da credere ancora che gli orologi da polso digitali siano un’ottima invenzione” e da credere di essere al centro dell’universo. Beh, purtroppo, come il protagonista Arthur Dent scopre a spese del proprio pianeta, la Terra non è al centro di un bel niente, se non al centro del progetto di costruzione di un’autostrada spaziale, e per questo motivo viene spazzata via.

Grazie all’amico Ford Prefect, un alieno in incognito sulla Terra per studiarne usi e costumi, Arthur si salva dalla distruzione del pianeta e si trova catapultato a bordo di un’astronave Vogon, nonché al centro di un’incredibile avventura spaziale, condita di tanto in tanto dai brani tratti dal libro più utile della galassia, la Guida appunto; questo manuale, pieno zeppo di consigli utili (da “non fatevi prendere dal panico” a “munitevi di un asciugamano se volete essere autostoppisti nell’Universo”), non è altro che un e-book reader, anticipato dall’autore nel 1979.

Anticipatore e precursore della tecnologia che oggi usiamo quotidianamente (non a caso l'applicazione web Babel Fish che permette la traduzione di pagine web in numerose lingue prende il nome dal Pesce di Babele, il traduttore universale biologico del libro), Douglas ci mette anche in guardia dalla nostra dipendenza dai computer, sempre in modo fresco e dissacrante.

Fra una riflessione ed una battuta, il romanzo scorre velocemente fino all’ultima riga, senza annoiare mai, ma lasciandovi infine con un sorriso sulle labbra.

VOTO:

"Guida galattica per gli autostoppisti" (The Hitchhiker's guide to the galaxy) è stato scritto da Douglas Adams e pubblicato in Italia da Mondadori.


sabato 28 febbraio 2015

La Corona di Mezzanotte




"Non saprei dire se dovrei vergognarmi di aver voglia di stringerti in una giornata come quella di oggi o se dovrei essere grata che quello che è successo finora, nonostante tutto, in qualche modo mi ha portata da te"


Ciao a tutti!!!
Scusate la mia solita latitanza nell'ultimo periodo, dovuta ad una valanga di esami universitari, poi lezioni, poi altri mille impegni... Insomma le solite cose!
Oggi torno da voi per parlarvi di un libro MERAVIGLIOSO che volevo recensire da quasi un anno, ovvero da quando sono arrivata all'ultima sillaba di "Crown of Midnight" di Sarah J. Maas; poche settimane fa l'ho ripreso in mano per leggere la versione italiano e ora DEVO ASSOLUTAMENTE fare una benedetta recensione di questo stupendo romanzo (non so se si è capito che mi è piaciuto molto), o non riuscirò a dormire sonni tranquilli.
Come sapete la mia adorazione per la Maas dura già da parecchio tempo (qui trovate la recensione che avevo fatto del primo volume della saga, Il Trono di Ghiaccio), ma questa volta arriva a superare se stessa: se Il Trono di Ghiaccio vi è piaciuto, La Corona di Mezzanotte vi lascerà senza fiato!
Ma, come al solito, andiamo con ordine ed iniziamo con....


LA TRAMA: Celaena è sopravvissuta ai lavori forzati nelle tremende miniere di Endovier e ha vinto la gara all'ultimo sangue per diventare la paladina del re. Da mesi il suo compito è uccidere per conto del sovrano, ma lei non ha mai rispettato il giuramento di fedeltà al trono: ha concesso alle vittime la possibilità di fuggire e ne ha inscenato la morte. Nessuno conosce il suo segreto, né il valoroso Chaol, l'amico e confidente di sempre, né il principe Dorian, ancora innamorato di lei. Ma quando una notte, in un corridoio buio, Celaena scorge una figura avvolta in un mantello nero, un altro segreto irrompe nella sua vita: nei sotterranei della fortezza cova una minaccia oscura e devastante, forse legata agli antichi riti magici banditi dal regno... E il momento delle scelte: contrastare questa magia ancestrale o andarsene? Abbandonarsi a un nuovo amore o rinunciare?

RECENSIONE:
Avevamo lasciato Celeana all'indomani del torneo che l'aveva coronata vincitrice ed ora è a tutti gli effetti la paladina del re: il suo compito è quello di uccidere i cospiratori che minacciano la corona, la migliore assassina di Adarlan è diventata un sicario spietato, la lama affilata del potente sovrano, o almeno è quello che vuole far credere... Perchè in realtà Celeana ha scelto di non portare a termine le missione a lei affidate, ma di inscenare la morte delle sue vittime e dar loro la possibilità di fuga.
Se Celeana è sempre stata determinata e combattiva, in questo volume la troviamo più badass che mai, più forte e più determinata. L'eroina creata dalla Maas è un personaggio straordinario, intrigante e anche in questo volume non delude, anzi, ci affascina sempre di più con le sue mille sfaccettature: Celeana vorrebbe essere una ragazza normale, ma non lo è mai stata, sin da quando Arobynn Hamel l'ha trasformata nella miglior Assassina del regno; veniamo a sapere che in realtà Celeana non è mai stata una ragazza normale neanche prima dell'incontro con Arobynn, ma che sta sfuggendo dal suo destino da tutta una vita. Le rivelazioni finali sulla paladina sono così sconvolgenti che alla fine del romanzo non vorrete far altro che mettere le mani sul seguito.

Ritroviamo ovviamente il principe Dorian e il capitano della guardia Chaol Westfall, il cui personaggio viene finalmente approfondito: nel primo volume Chaol era un tipo schivo e tutto d'un pezzo, ma ben presto inizia a sciogliersi, a mostrare il suo lato sentimentale e inaspettatamente passionale (con somma gioia di molte lettrici :P), mentre i suoi sentimenti per Celeana si fanno più intensi; ho adorato questo personaggio, e credo lo amerete anche voi, lui e il suo onore, i suoi ideali e i suoi valori, la dedizione incrollabile all'unica donna con cui si sente al completo. Chaol rappresenta per Celeana quello che non ha potuto avere con Sam, tutto quello che ha perso e dunque una seconda possibilità di essere felice, ma, ahimé, (senza voler spoilerare troppo) la felicità durerà poco per la nostra eroina.

Da parte sua, Dorian, ancora innamorato di lei, si farà da parte questa volta, ma non temete, non uscirà affatto di scena, anzi avrà un ruolo fondamentale nella storia: già ne Il Trono di Ghiaccio il suo personaggio era molto ben trattato, ma qui, come amico di Celeana è onestamente stupendo: carismatico e allo stesso tempo fragile, dal cuore d'oro, fedele... che dire?? Ne leggerete delle belle!

In generale, La Corona di Mezzanotte è stata una sorpresa perchè non solo non ha deluso le mie aspettative, ma le ha ampiamente superate: l'autrice ha creato un fantasy che non si fa mancare nulla - suspance, colpi di scena, magia, sentimento, mistero - un libro che non annoia mai, che leggerete tutto d'un fiato.

Davvero un romanzo eccezionale, MA...... okay, ho trovato una pecca anche qui! Ad onor del vero, non si tratta affatto di una mancanza della Maas, ma dell'edizione italiano: premetto che ho letto l'ebook in cui sono presenti alcuni errori di edizione (ripetizioni, spazi mancanti, ecc), la cosa che mi ha infastidito maggiormente è stata la traduzione: errori grossolani, un libro (book) che improvvisamente e magicamente nella trasposizione italiana diventa uno stivale (boot), sembra che la Mondadori si sia servita di Google Translator invece di una traduttrice professionale... Io avrò una deformazione professionale per queste cose, ma mi fa saltare i nervi vedere che le lettura di un ottimo romanzo possa essere rovinata da una questione tanto banale.

VOTO:



In conclusione, leggete, leggete, leggete "La Corona di Mezzanotte" nonché tutti i romanzi della Maas, un'autrice di vero talento.
Io corro a finire "Heir of Fire"!
A presto!!

"La Corona di Mezzanotte" (Crown of Midnight) è stato scritto da Sarah J. Maas e pubblicato in Italia da Mondadori.

domenica 1 febbraio 2015

Terra Ignota 1 - Risveglio


Buona domenica a tutti!
Oggi vi recensisco un bel fantasy made in Italy che ho finito di leggere poche settimane fa: si tratta del primo volute della trilogia Terra Ignota, scritta da Vanni Santoni che per l’occasione si è votato al mondo fantasy e si è regalato due iniziale aggiuntive, HG, nel nome.

Iniziamo come sempre dalla TRAMA:

È una limpida notte di luna piena, una notte di gioia e di festa, quando il Villaggio Alto subisce l'improvviso attacco di un manipolo di spietati cavalieri che portano morte e devastazione. In pochi sopravvivono: tra questi la giovane Ailis, mentre la sua migliore amica Vevisa viene rapita. Seguendo il folle proposito di vendicare la furia distruttrice che ha falcidiato il suo popolo e ritrovare Vevisa, Ailis, che è poco più di una bambina ma ha lo spirito audace e temerario di un guerriero, intraprende la sua lunga e perigliosa ricerca. Attraversando lande sconosciute e meravigliose conoscerà la schiavitù, la battaglia, le illusioni della magia e dell'amore, vedrà le molte facce della morte e capirà che senza questo iniziatico viaggio non avrebbe mai sollevato il velo sulle proprie arcane origini e sul proprio enigmatico destino: da lei potrebbe infatti dipendere l'equilibrio e il futuro stesso delle Terre Occidentali. Il primo volume di una saga che mescola fiaba, azione, epica cavalleresca e mito classico.

RECENSIONE:

Premettendo che prima di Terra Ignota non avevo mai letto nulla di Santoni – autore a me sconosciuto, nella mia profonda ignoranza di letteratura contemporanea italiana – , la cosa che mi ha attratta inizialmente è stata… okay, lo ammetto, la copertina. Va bene che l’abito non fa il monaco, ma il design minimal di queste tre lepri in cerchio secondo me da un’aria molto international che male non fa.
Ed è proprio questo che Santoni fa con il suo romanzo, sdoganare nel panorama editoriale italiano il genere fantasy che finora è stato piuttosto bistrattato e relegato alla sfera del fantasy adolescenziale (leggi Licia Trisi &Co: sia chiaro, non sono qui a criticare l’indiscutibile successo della Troisi, semplicemente a volte si ha voglia di leggere qualcosa di meno leggero…).

Terra Ignota non propone elementi di grande novità raccontandoci il viaggio che compie la protagonista Ailis e la sua crescita da semplice e ingenua contadina a guerriera, ma questo non è necessariamente un difetto: è un fantasy classico e come tale contiene tutti gli archetipi che il lettore si aspetta, un ordine di cavalieri votato al male, una giovane coraggiosa che si mette in marcia per cercare di salvare l’amica e affronta con determinazione il viaggio e le prove che l’aspettano. E’ una storia di magia e spada, del bene contrapposto al male, un romanzo di formazione in cui gli elementi della mitologia, delle fiabe, dell’epica cavalleresca vengono mescolati con maestria dall’autore, che riesce a sperimentare e costruire un’opera “colta” e interessante.

I personaggi forse sono l’elemento di maggior risalto del libro, in particolare perché quelli principali sono quasi tutte donne, a partire dalla protagonista Ailis (una novella Arya Stark), passando per l’amica Vevisa – che tanto bisognosa di essere salvata forse non è -, per arrivare alla compagna di addestramento e di viaggio Brigid.

Come sempre, aspetto di leggere anche gli altri capitoli della saga prima di gridare al capolavoro, ma Terra Ignota si è rivelato una bella sorpresa nonché un romanzo di grande qualità stilistica, con dialoghi serrati, un’azione frizzante, descrizioni fluide, e per questo vi consiglio di dare una chance al coraggioso tentativo  di Santoni di far circolare anche nel nostro paese un fantasy rispettabile anche dai circoli intellettuali.

VOTO:
"Terra Ignota 1 - Risveglio" è stato scritto da Vanni Santoni HG e pubblicato in Italia da Mondadori.


martedì 7 gennaio 2014

Philomena


"Non me lo sarei mai aspettato, neanche in un milione di anni!"

Ciao lettori delle Cronache e BUON ANNO!!!

Il primo post del 2014 lo dedico all’ultimo film che ho visto l’anno scorso (ihih). 
Come sempre, a casa mia Natale = scorpacciata di dolci e di film, ma quello che ho apprezzato di più in assoluto è senz’altro Philomena, del britannico Stephen Frears con quel mostro di bravura che è Judi Dench e l’altrettanto bravo (ma, per quanto mi riguarda) meno famoso Steve Coogan.


Per chi non l’avesse ancora visto vi consiglio di affrettarvi e non lasciarvi scappare questo film meraviglioso.

Ma vediamo bene di cosa si tratta:

TRAMA
Il giornalista Martin Sixsmith ha appena perso il suo lavoro come consulente governativo del partito Laburista per Tony Blair e vorrebbe iniziare a scrivere un libro sulla storia della Russia. Contemporaneamente, Philomena Lee confida a sua figlia che, in Irlanda, 50 anni prima, molto giovane, ha concepito un bambino, che ha poi partorito nel convento al quale era stata data in affidamento e dove si troverà costretta in uno stato di segregazione e prigionia, che la porterà fino alla privazione del figlio, dato in adozione contro la sua volontà.
Il successivo incontro casuale tra Martin e la figlia di Philomena, cameriera ad una festa, si presenta come l'occasione per aiutare Philomena nel suo tentativo di ricongiungimento con il figlio. All'inizio il giornalista non sembra interessato a questo tipo di storie, ma ha bisogno di un lavoro e il suo nuovo capo pare credere in un successo editoriale. Incontra quindi Philomena e comincia insieme a lei ad investigare su chi sia diventato suo figlio e dove si trovi in questo momento.


Alla luce di questo incipit si verrebbe portati a credere che Philomena non racconti altro che l’ennesimo toccante dramma a sfondo materno; non si avrebbe nemmeno tanto torto se non fosse per lo humor inglese e l’intelligenza con cui questa storia forte viene raccontata.
Philomena è uno di quei film che vorresti non finisse mai: 94 minuti che volano e, senza che te ne rendi conto, il film è finito, ma ti ha lasciato tanto. Philomena è uno di quei personaggi indimenticabili, che sentiamo immediatamente vivi, veri e vicini: un’amabile e tenera signora, non brillante, né intelligente, ma dotata di un’incredibile bontà d’animo e capace di reagire con coraggio al grande dolore infertole da ragazza.
A spalleggiare Lady Dench troviamo Steve Coogan nei panni del giornalista Sixsmith, che con una bravura non da poco, lascia il ruolo di “spalla” per diventare meritatamente un felicissimo co-protagonista; gli scambi fra i due personaggi sono indimenticabili, impreziositi da alcune battute british davvero argute: come non ridere alla faccia di Coogan-Martin quando la Dench-Philomena gli racconta con dovizia di particolari la trama del libro stile Harmony che ha appena finito di leggere (guardate la scena qui)? (E come non amare Philomena quando mi ricorda così tanto mia nonna, e lo stesso entusiasmo che metteva nel raccontarmi le sue letture??)
Un ritmo da commedia britannica, dunque, ma anche un film coinvolgente dal punto di vista emotivo, che ci porta a riflettere per via delle delicate tematiche in gioco (omosessualità, religione…).


Un film dolce, indimenticabile (credo di aver ripetuto questa parola almeno dieci volte, perdonatemi ma è così), assolutamente da vedere!




Philomena è diretto da Stephen Frears, tratto dal romanzo omonimo (The Lost Child of Philomena Lee) di Marin Sixsmith edito in italia da Edizioni Piemme.

giovedì 28 novembre 2013

Il Seggio Vacante


"Sam e io siamo saliti sull'ambulanza.", scandì bene Miles. "Con Mary e il corpo."
Samantha notò come la seconda versione di Miles mettesse in risalto l'aspetto più commerciale della storia, per così dire. Non lo biasimò. La ricompensa per aver dovuto sopportare quell'esperienza orribile era il diritto di raccontarla agli altri.


TRAMA:

A chi la visitasse per la prima volta, Pagford apparirebbe come un’idilliaca cittadina inglese. Un gioiello incastonato tra verdi colline, con un’antica abbazia, una piazza lastricata di ciottoli, case eleganti e prati ordinatamente falciati. Ma sotto lo smalto perfetto di questo villaggio di provincia si nascondono ipocrisia, rancori e tradimenti. Tutti a Pagford, dietro le tende ben tirate delle loro case, sembrano aver intrapreso una guerra personale e universale: figli contro genitori, mogli contro mariti, benestanti contro emarginati. La morte di Barry Fairbrother, il consigliere più amato e odiato della città, porta alla luce il vero cuore di Pagford e dei suoi abitanti: la lotta per il suo posto all’interno dell’amministrazione locale è un terremoto che sbriciola le fondamenta, che rimescola divisioni e alleanze. Eppure, dalla crisi totale, dalla distruzione di certezze e valori, ecco emergere una verità spiazzante, ironica, purificatrice: che la vita è imprevedibile e spietata, e affrontarla con coraggio è l’unico modo per non farsi travolgere, oltre che dalle sue tragedie, anche dal ridicolo.

RECENSIONE:
Per una che è cresciuta a pane e Harry Potter, che ha letto almeno 30 volte L’Ordine della Fenice e che ha un’ammirazione per J. K. Rowling che sfiora la devozione pura, Il Seggio Vacante è stato una “botta”.
Nonostante il libro sua uscito quasi un anno fa, mi sono convinta a leggerlo soltanto il mese scorso, dopo mesi e mesi lasciato a maturare nella libreria; non mi sembrava mai il momento giusto per iniziarlo, o almeno quella era la mia scusa preferita, perché in realtà avevo paura di rimanere mortalmente delusa dalla mia scrittrice preferita. Se poi ci mettiamo anche la miriade di recensioni che avevo letto su internet, da quelle entusiastiche che definivano il romanzo come “il capolavoro destinato a scuotere le coscienze degli inglesi” a quelle che lo definivano un pezzo di autentica spazzatura narrativa, ero sempre più confusa e sempre meno convinta ad aprire quella copertina rosso sgargiante e iniziare la lettura.

La verità è che se in copertina non ci fosse stato scritto a grandi caratteri il nome della cara J. K. non mi sarei avvicinata ad un libro come Il Seggio Vacante nemmeno sotto la minaccia di una pistola puntata alla tempia: il consigliere di un paesino muore all’improvviso ed è la scusa per svelare gli altarini degli inglesi di provincia? E chi se ne frega? Mi basta sfogliare un quotidiano per trovare ipocrisie, cinismo e pettegolezzi a volontà.
A fine lettura, però, posso affermare che – Rowling o non Rowling – Il Seggio Vacante è stato quasi sconvolgente, appassionante e scorrevole: lo stile della Rowling è stato spesso definito come semplice, scarno, privo di spessore, ma io lo trovo accattivante, accalappiante, o perlomeno lo è all’inizio, quando pagina dopo pagina non si vede l’ora di scoprire il marcio che si nasconde dietro la scintillante facciata della borghesia cittadina.

Il problema è che a metà libro inizi a chiederti: perché??? Il problema è che la Rowling ha messo forse troppa carne al fuoco, ha estremizzato all’ennesima potenza personaggi e linguaggio, rendendo la storia ad alcuni tratti inverosimile. Questo non vuol dire che la Rowling si sia inventata i segreti della società inglese che narra – è sufficiente non essere degli eremiti per sapere che esistono madri snaturate che non sanno prendersi cura dei figli, famiglie allo sfascio, padri violenti, episodi di bullismo fra ragazzini, droghe e auto-lesionismo… - ma tutto questo esasperato e concentrato in una cittadina di provincia risulta poco credibile; e ci si inizia a domandare se in quel di Pagford ci sia una persona normale, o se sia come il paese dove vive la Signora in Giallo che, dato l’inconcepibile tasso di criminalità, sembra il Bronx….

E’ un romanzo per adulti, il che va benissimo, ma a volte si intravede il rischio di aver frainteso e deciso che “per adulti” significa infilarci parolacce, sesso e tutte quello che c’è di più brutto nella nostra società priva di fondamenti morali.
Il salvataggio arriva dall’intera comunità di Pagford perché la forza del romanzo sta nella ventina di personaggi che impariamo a conoscere e che seguiamo come osservatori dietro una cinepresa: sono tutti irrimediabilmente (e credo anche volutamente) delle caricature, ma nonostante questo l’autrice riesce a renderli reali, a farli sentire vicino al lettore: ed ecco che si distinguono i tratti  di zia Petunia nelle “Desperate Housewives” di provincia, la famiglia tetra e violenta del professor Piton, l’ipocrisia dei Malfoy…

PRO: La cara J.K. è riuscita anche questa volta a tenermi incollata alla pagina soprattutto grazie ai suoi burattini, alla gente che descrive così bene.

CONTRO: Eccessivo in molti sensi; così tanto che a volte sfocia nell’irreale quando vorrebbe essere la fotografia oggettiva dei nostri tempi. Purtroppo quando si arriva all’ultima pagina resta un po’ l’amaro in bocca, forse perché molte sotto-trame non vengono realmente terminate, restano così e… basta. Magari anche la trama è un po’ vacante, non solo il seggio!

VOTO:

Anche per la coraggiosa e audace scelta di dare un taglio così netto con Harry Potter.

"Il Seggio Vacante" (The casual Vacancy) è scritto da J.K. Rowling e pubblicato in Italia da Salani.

mercoledì 3 luglio 2013

Il Trono di Ghiaccio


Drizzò le spalle. Drizzò la schiena.
"Il mio nome è Celaena Sardothien - bisbigliò - e non avrò paura."

Dopo aver letto recensioni entusiastiche riguardo questo romanzo che mescola una protagonista alla Katniss Everdeen di Hunger Games con il ritmo incalzante di Assassin’s Creed, mi frullava in testa già da un bel po’ di tempo di leggerlo, ma, come forse sapete, la mia reading list è lunga chilometri… Poi ho letto la presentazione dell’autrice, Sarah J. Maas, che inserisce fra le sue passioni gli smalti sgargianti e Han Solo: ho preso immediatamente in mano il libro e non l’ho più lasciato…

HOW TO READ IT:
Il Trono di Ghiaccio è il primo volume della serie fantasy “Throne of Glass” che ha riscosso molti apprezzamenti. La storia della pubblicazione di questo romanzo è quella di un clamoroso e meritatissimo successo dal self-publishing sul sito Fiction Press alla versione cartacea a furor di lettori.
Prima di avventurarvi in questo romanzo, però, vi consiglio la lettura dei quattro prequel che sono stati distribuiti gratuitamente come e-book (li trovate per esempio su Amazon):
  • L’Assassina e il Signore dei Pirati
  • L’Assassina e il Deserto
  • L’Assassina e il Male
  • L’Assassina e l’Impero

Vi consiglio di leggerli perché, oltre ad essere molto belli, sono anche necessari per comprendere pienamente la trama del romanzo e i suoi retroscena; sono anche un ottimo mezzo per addentrarci nel monto fantastico di Erilea e per conoscere veramente l’Assassina, protagonista della storia, che si è evoluta in un personaggio ben sfaccettato attraverso i quattro racconti.
Ma ora passiamo alla…

TRAMA:
Il romanzo comincia esattamente un anno dopo la fine dell’ultimo racconto, un anno che Celaena Sardothien – assassina del regno di Adarlan – ha trascorso come schiava nelle miniere di sale di Endovier, un luogo terribile di torture e lavori forzati da cui nessuno esce vivo.
Celaena, però, ne viene liberata dal principe ereditario in persona, che le propone un accordo a cui lei non può rifiutare: la libertà in cambio di quattro anni di servizio come paladina del re, sicario del temuto re di Aderlan, regno della fittizia Erilea. Per diventarlo, però, Celaena dovrà partecipare ad una gare in cui affronterà gli altri 23 pretendenti al ruolo.
Mentre i partecipanti alla gara iniziano a morire misteriosamente, Celaena si trova ad affrontare prove pericolose, intrighi di corte, i fantasmi del suo passato, e l’amore del principe ereditario Dorian e del capitano della Guardia Real Chaol Westfall.

RECENSIONE:
Bello, bello, bello.

Siccome vorrei scrivere una recensione più lunga di tre parole vi elenco cinque motivi per cui dovreste leggere il romanzo:
  1. Celaena Sardothien: quello della protagonista è uno dei personaggi più belli che mi sia capitato di leggere ultimamente: orfana a 8 anni, la bambina è stata presa sotto protezione dal capo degli assassini Arobynn Hamel che l’ha addestrata fino a farla diventare la più grande assassina di tutti i tempi. Ma lei non è solo un sicario spietato: è una diciottenne arrogante, vanitosa, bella, che non disdegna la lettura di un bel romanzo o una giornata di sano shopping. E non è crudele: il fatto che sia diventata quello che è per necessità, non significa che non abbia un cuore e che non sia in grado di amare. Fondamentali per apprezzare appieno il personaggio sono i quattro racconti prequel, che mostrano l’evoluzione di Celaena da vanitosa e arrogante ad un personaggio complesso e sfaccettato: Celaena sa di essere la migliore – e non ha nessun problema a farlo presente agli altri – ma è anche una ragazza fragile e vulnerabile = una strafiga con le palle e l’anima. 
  2. I personaggi: oltre all’Assassina – che come avrete intuito è un grandissimo personaggio – anche gli altri “di contorno” non sfigurano, in particolare i due pretendenti al cuore della ragazza, il principe Dorian – che non è solo un bel principino superficiale – il serio capitano Westfall: personalmente ho apprezzato di più Chaol che parte diffidente nei confronti di Celaena, per scoprire di ammirarla e di avere in comune con lei più del previsto. Senza dimenticarsi dei personaggi dei prequel, in primis Arobynn e Sam (***SUPER-SPOILER dei prequel : la scena in cui l’assassina veglia il corpo di Sam è un delle più tristi e belle di sempre****). 
  3. Il triangolo no: se temete un insostenibile triangolo amoroso alla Twilight, tranquillizzatevi: non è niente di tutto ciò. Ok al romanticismo che aiuta ad “ammorbidire” la storia, ma fortunatamente il triangolo è appena accennato, una cosa più “immaginaria” che realmente accaduta.
  4. Che storia!! Il mondo creato dall’autrice è affascinante ed originale, e mi è molto piaciuto il fatto che la storia di Erilea ci venga narrata pian piano, attraverso piccoli riferimenti che ci invogliano a saperne sempre più. Il ritmo è incalzante e non ci sono mai momenti di noia; la trama è in perfetto equilibrio fra azione, romanticismo e ironia.
  5. E per finire: Sarh J. Mass adora Han Solo (e come darle torto???). Questo motivo dovrebbe bastare per prenderla in considerazione…


PERFETTO MA NON TROPPO:
Ok, ammetto che sono riuscita a trovare un piccolo difetto (almeno per me): spesso ho avuto l’impressione di una certa “distanza” fra i prequel e il romanzo. Non fraintendetemi: i primi sono indispensabile al secondo, ma avrei preferito che alcune rivelazioni dei quattro racconti venissero riprese e spiegate nel Trono di Ghiaccio (***SPOILER: vedi il tradimento di Arobynn, che viene ricordato un paio di volte, ma a cui non c’è seguito***).
Probabilmente, però, tutto sarà spiegato nei prossimi capitoli, quindi non ci resta che aspettare CON ANSIA la pubblicazione dei prossimi romanzi!!!

VOTO:
"Il Trono di Ghiaccio" (Throne of Glass) è scritto da Sarah J. Maas e pubblicato in Italia da Mondadori.

giovedì 20 giugno 2013

La banda degli insoliti ottantenni



"Ah, tu pensi che i miei figli saranno orgogliosi di me solo perché rubo come Robin Hood? Guarda che tra la foresta di Sherwood e gli armadietti del Grand Hotel ci sono parecchie differenze, sai?"

TRAMA:
L’arzilla Martha e la sua banda di amici vecchietti vivono con tranquillità la loro vecchiaia nell’istituto AB Diamanten. Il loro problema è che la tranquillità è davvero troppa, tanto da essere diventata noia e avvilimento, soprattutto da quando il Diamanten, nella sua rigida politica di tagli alle spese, ha eliminato persino le decorazioni natalizie.
Ispirata da un documentario sulla “stupenda” vita nelle carceri svedesi, Marta coinvolge i suoi amici Snillet, Stina, Anna-Greta e Krattan in un ambizioso piano di fuga dal ricovero e successiva rapina per essere rinchiusi in una serena prigione.
Il primo colpo della sgangherata gang non va a buon fine, così i sei decidono di mettere a segno il colpo del secolo, che avrà esiti davvero imprevisti.

L’AUTRICE: Catharina Ingelman-Sundberg
La Newton Compton porta in Italia un’autrice davvero particolare, che dal 1985 è nota per i suoi saggi di archeologia subacquea finché un bel giorno ha voluto cambiare genere. Specializzatasi in romanzi storici ambientati nella Stoccolma del Trecento - Brännmärkt (2007), Förföljd(2008), Befriad (2009), tutte avventure con protagonista una donna agguerrita — nel 2012 ha voluto provare con qualcosa di completamente diverso: un giallo frizzante e fuori dagli schemi.

RECENSIONE:
Dopo tanti thriller mozzafiato e storie nerissime, dalla Svezia arriva una tenera commedia con qualche tono di giallo. Il romanzo di Catharina Ingelman-Sundberg, infatti, si può ascrivere al genere umoristico, pur partendo da una considerazione molto seria come l’avvilente vita che molti anziani si ritrovano a vivere “scaricati” negli istituti.
Lo humor svedese con cui è raccontata l’avventura dei vecchietti alla riscossa fa più sorridere che ridere, ma tutto ciò rende la lettura leggera e tranquilla. Non si tratta certo di un capolavoro, e non ha nemmeno la pretesa di esserlo, ma rimane pur sempre una lettura piacevole e poco impegnativa, adatta all’ombrellone!
Il maggior difetto del romanzo risiede nei personaggi, piatti e poco credibili (i vecchietti passano dall’essere geni criminali ad impantanarsi in azioni semplicissime…), ma la voglia di scoprire se i nostri eroi ce la faranno ci invita a leggere pagina dopo pagina le loro bislacche avventure.
Anche le vicende narrate sono alquanto inverosimili e spesso confusionarie, ma compensano le riflessioni interessanti: dopo gli 80 anni c’è ancora tempo per divertirsi e persino trovare l’amore.

VOTO:
"La banda degli insoliti ottantenni" (Kaffe Med Ran - come se sapessi lo svedese!) è scritto da Catharina Ingelman-Sundberg e pubblicato in Italia da Newton Compton.

martedì 11 giugno 2013

L’atlante di smeraldo


“Kate cercava di riordinare le idee. L’Atlante. Era la prima volta che sentiva quel nome.
“Che cosa… cosa vuol dire ‘mi ha lasciato il marchio’?”. Le tremava la voce: era più forte di lei.

“L’Atlante è un mare di potenza. E adesso te ne scorre qualche goccia nel sangue.”

Bonjour!! Oggi vi parlo de “L’Atlante di Smeraldo”, il primo volume di una trilogia fantasy per ragazzi dal nome “I libri dell’Inizio” (il secondo “L’Atlante di Fuoco” è già stato pubblicato) di John Stephens, famoso autore televisivo americano (forse qualcuno di voi lo conosce come produttore e autore di Gilmore Girls e The O.C.).

TRAMA:
La notte di Natale, Kate, di appena quattro anni, viene svegliata dalla madre che le affida un medaglione con la foto dei tre figli e le fa promettere che proteggerà sempre il fratello, Michael di 2 anni, e la sorella, la piccola Emma, di appena uno. I tre bambini vengono poi condotti da uno misterioso uomo, amico di famiglia, in un orfanotrofio gestito da suore, dove rimarranno per alcuni anni prima di iniziare ad essere sballottati da un orfanotrofio all’altro.
Dieci anni dopo quella notte di Natale ritroviamo i tre bambini alle prese con il tentativo di adozione da parte di una signora fissata con i cigni; anche la signora Lovestock, però, rinuncia ad adottare gli “impossibili” fratelli P, che vengono quindi mandati ad un orfanotrofio per orfani senza speranza, nella sperduta cittadina di Cambridge Falls.
Il giorno successivo al loro arrivo, i tre bambini vanno a zonzo per la casa, gestita dall’enigmatico dottor Pym; l’abitazione è immensa, praticamente disabitata, piena di torri e stanze che appaiono all’improvviso; in una di queste i fratelli trovano un libro, un libro all’apparenza normale, con la copertina verde smeraldo e le pagine intonse; il libro, però, è in realtà un potentissimo strumento di magia, il cosiddetto Atlante di Smeraldo, uno dei tre Libri dell’Inizio, che spedisce i fratelli P indietro nel tempo, dove dovranno affrontare la crudele Contessa e i suoi Strillatori (una sorta di mostri zombeschi), impedirle di mettere le mani sul libro, salvare Cambridge Falls e il mondo.

RECENSIONE:
Il libro è stato pubblicato nel 2011 ma non ho trovato il tempo di leggerlo fino a qualche settimana fa e nonostante le sue 450 (e oltre) pagine l’ho divorato in due giorni; come già detto, si tratta di un romanzo per bambini, ma ciò non significa che non possa essere una lettura piacevole anche per i più “grandicelli”; essere consapevole di non fare esattamente parte del target a cui è dedicata la storia aiuta ad accettare alcuni piccoli difetti, come una trama prevedibile, che odora di già visto, o la mancanza di una forte caratterizzazione e profondità dei personaggi.
Lo stile è molto scorrevole, la trama avanza veloce e fluida ed è in grado di prenderti, “senza cali di tensione”, ma incalzante dall’inizio alla fine; è un romanzo leggero, mai pesante, grazie anche alla bravura dell’autore di non eccedere in descrizioni lunghissime, ma di tratteggiare in poche linee caratteri e luoghi (molto bella la descrizione del dottor Pym o la caratterizzazione della cigno-fila Lovestock). Probabilmente per questo motivo, il romanzo è stato osannato dagli editori come il nuovo Harry Potter: beh, non lo è, ma lo stile della Rowling è inavvicinabile (ok, sono di parte, lo ammetto…. :P).
Per concludere, lo consiglio agli adulti nostalgici che hanno voglia di una lettura leggera e gradevole, e a quelli che vogliono fare un regalo gradito ad un figlio/nipote/vicino di casa…

VOTO:

"L'Atlante di Smeraldo" (The Emerald Atlas) è scritto da John Stephens e pubblicato in Italia da Longanesi.



venerdì 7 giugno 2013

Angelology


"Una volta l'Angelologia era una delle branche principali della teologia. In passato, re e papi benedicevano il lavoro dei teologi e pagavano i grandi artisti affinché dipingessero gli angeli un tempo, gli ordini e i fini delle schiere celesti erano oggetto di dibattito presso i più eminenti studiosi europei. Oggi gli angeli non hanno più posto nel nostro universo."

TRAMA:
A dodici anni Evangeline, orfana di madre, è stata affidata dal padre alle suore del convento di St. Rose, vicino a New York; divenuta suora, a 23 anni la ragazza si occupa della biblioteca del convento che ospita una mirabile collezione di immagini angeliche.
Spinta dalle richieste di uno studioso, V.A. Verlaine, Evangeline scopre una corrispondenza avvenuta negli anni ’40 fra l’allora badessa Madre Innocenta e la miliardaria mecenate Abigail Rockfeller; nelle lettere si fa riferimento alla scoperta di un cadavere perfettamente conservato di un angelo, ritrovato in una caverna in Bulgaria chiamata Gola del Diavolo.
Sorella Evangeline viene quindi a conoscenza della storia dei Nefilim – una razza ibrida e malvagia nata dall’incrocio fra angeli ribelli e donne umane, tuttora esistente – eterni rivali degli Angelologi, una società di studiosi, teologi e scienziati; contesa dalle due fazioni è la Lira di Orfeo, oggetto dagli immensi poteri.
Evangeline e Verlaine verranno quindi coinvolti in questa eterna lotta fra bene e male, da cui dipende il destino dell’umanità.

RECENSIONE:
Inizio dicendo che forse avevo troppe aspettative per questo libro.
Il romanzo, infatti, ha riscosso un immenso successo, tanto da essere considerato tra i 100 migliori libri del 2010 dal New York Times, essere stato importato in 32 paesi ed essere già stato acquistato dalla Columbia PIctures per trarne un film.
Questo non vuol dire che il libro sia stata una delusione totale, ma è sempre un rischio avere delle aspettative tanto alte.
Detto questo, passiamo ad elencare alcuni punti deboli e di forza:
per essere un esordio, Angelology è un ottimo romanzo; il modo in cui Danielle Trussoni si avvicina all’argomento degli angeli è davvero interessante, e si respira in ogni pagina il grande lavoro di documentazione che l’autrice deve aver svolto, fra riferimenti epici e biblici.
L’intreccio risulta quindi originale e coinvolgente, soprattutto nella parte centrale del romanzo, in cui siamo trasportati nella Parigi occupata dai nazisti in un lungo e importante flash-back che spiega molte cose sugli angelologi e la lotta ai Nefilim (bella l’idea dei Nefilim implicati nell’ascesa nazista e nell’inquisizione spagnola)
Per quanto riguarda lo stile, non è uno dei miei preferiti: lo stile non è snello e questo fa sì che, soprattutto nella prima parte, la storia scorra a fatica. Il finale, invece, mi è parso fin troppo frettoloso, non abbastanza approfondito nella sua importanza. Ovviamente questo giudizio è molto soggettivo e non escludo che qualcuno possa aver trovato lo stile più dinamico e di suo gradimento.
Il punto debole principale, però, l’ho trovato nei personaggi, piatti e non sempre credibili; probabilmente è conseguenza del fatto che la vicenda (flash-back a parte) avviene nell’arco di due giorni, con esiti ben poco credibili sulle relazioni fra i personaggi (SPOILER ****vedi l’amore sbocciato tra Evangeline e Verlaine dopo aver parlato due volte per una durata totale di nemmeno un’ora… mah…****).
Anche i cattivi Nefilim non sono molto credibili, nel loro essere ricchi, belli, narcisisti e non troppo brillanti in quanto a ingegno (SPOILER: **** possibile che la famiglia Grigori lasci il compito gravoso e vitale di ritrovare la Lira al loro erede malato e debole?****).
D’altro canto, però, l’autrice regala ai Nefilim un passato storico di tutto rispetto, grazie alle radici storiche del racconti nei miti greci e nella tradizione giudaico-cristiana.
Quindi, per riassumere:
PRO: storia interessante e mai banale; molto bella la parte centrale del lungo flash-back.
CONTRO: personaggi non troppo convincenti; epilogo frettoloso (ma non disperate, è previsto un seguito, Angelopolis, in uscita quest’anno!)

VOTO:
(anche perché, come esordio, è una bomba!)
Consigliato a chi ha voglia di leggere qualcosa di particolare ed è in grado di “andare oltre” qualche piccola imperfezione.

"Angelology" è scritto da Danielle Trussoni e pubblicato in Italia da Nord.

venerdì 17 maggio 2013

Non buttiamoci giù!!!



"Se lei non avesse tentato di uccidermi, sarei morto di certo. Ma tutti abbiamo un istinto di conversazione, non è vero? Anche se quando emerge stiamo tentando il suicidio."

Notte di Capodanno: quattro persone si incontrano per caso sul tetto di un palazzo; non hanno nulla in comune, tranne l’intenzione di suicidarsi. Il primo ad arrivare “in cima” è Martin, presentatore televisivo in profonda crisi professionale e matrimoniale dopo essere andato a letto con una quindicenne. I suoi preparativi per il salto nel vuoto vengono interrotti dall’arrivo di Maureen (secondo la mia modesta opinione, il personaggio meglio caratterizzato e più realistico di tutti), una donna di mezz’età, madre single di un figlio gravemente disabile. I due vengono raggiunti da Jess, un’adolescente sboccata e arrabbiata con il mondo, ma, soprattutto, con i genitori e il ragazzo che l’ha mollata. L’ultimo è l’americano JJ, squattrinato musicista fallito che, per non “sfigurare” dinanzi ai seri ed evidenti problemi degli altri, racconta di essere affetto da una malattia incurabile.
I progetti di suicidio vengono messi momentaneamente da parte per discutere davanti alle pizze che l’ex musicista doveva consegnare, e i quattro decidono di scendere dal tetto usando le scale, promettendosi di rimanere in vita almeno fino al giorno di San Valentino. Ha così inizio la più improbabile amicizia, fra quattro persone totalmente diverse, ma legati dalla terribile esperienza che sono stati sul punto di vivere; in realtà non si può parlare di amicizia vera e propria, poiché i quattro si detestano, spesso litigano, si chiedono che senso abbia continuare ad incontrarsi e, addirittura, ad andare in vacanza insieme, ma ognuno di loro diventa in qualche modo indispensabile all’altro.
Ormai il gruppo è formato e nel prendesi cura l’uno dell’altro, i quattro trovano inconsapevolmente la forza di “tirare avanti”.
Sia ben chiaro, il tutto senza buonismo, bensì con l’incredibile humour di Hornby che ci regala una storia drammaticamente esilarante, alternando di capitolo in capitolo i diversi punti di vista e voci dei quattro protagonisti. Grandiosa è la bravura di Hornby nel cambiare con cura stile del linguaggio da un personaggio all’altro, riuscendo ad esprimere nitidamente il carattere di ognuno di loro e facendoci affezionare a loro come fossero persone in carne ed ossa.
Altra cosa che mi ha fatto amare questo romanzo e che lo rende una piacevolissima ri-lettura ogni volta che lo prendo in mano, è il pregio dello scrittore di essere riuscito a trasformare un argomento non esattamente allegro – il suicidio – in una divertentissima storia, che riesce ad affiancare momenti di immensa ilarità a riflessioni più profonde, senza mai diventare scontato o noioso.
Se proprio dovessi trovare un difetto in questo che è, senza dubbi, uno dei miei romanzi preferiti, lo troverei nel finale: non tanto il modo in cui la storia finisce (i quattro accantonano momentaneamente l’idea del suicidio), quanto piuttosto l’insipida scena finale in cui i protagonisti rimangono a guardare il London Eye, chiedendosi se stesse girando oppure no.
Ma ciò, in fin dei conti, non rovina affatto questo divertentissimo, originale, bellissimo libro!
VOTO:
Da leggere assolutamente!

p.s. dopo tante attese, smentite, voci di corridoio........ Non buttiamoci giù arriva al cinema!!
Thumbs up per Toni Collette!! 

"Non buttiamoci giù (A long Way down)" è scritto da Nick Hornby e pubblicato in Italia da Guanda.

giovedì 22 novembre 2012

Un consiglio di lettura!


Ciao a tutti!!
Oggi ho deciso di scrivere un post su uno dei miei autori preferiti, James Rollins.
Per chi non avesse mai letto niente di questo autore, consiglio di non perdere tempo e correre in libreria: divenuto in poco tempo uno dei maestri della narrativa di avventura, Rollins ha al suo attivo numerosi romanzi: alcune sono opere “stand-alone”, mentre altri fanno parte di diverse serie.
La mia preferita è in assoluto la serie della Sigma Force, in particolare il romanzo “La Mappa di Pietra”, che è stato anche il primo in cui mi sono imbattuta, per caso. “La Mappa di Pietra” (MDP)  è in realtà il secondo volume dedicato alla Sigma Force, una squadra speciale delle forze armate statunitensi, preceduto da “La Città Sepolta”, che però è stato pubblicato in Italia diversi anni dopo MDP.
Cos’hanno di tanto bello questi libri??
Innanzitutto un geniale mix di quello che, a mio avviso, deve essere trovato in un libro di avventura: enigmi storici e scientifici, un ritmo che non da tregua, scenari mozzafiato che fanno da sfondo alle vicende dei personaggi in giro per tutto il mondo.
Ma il punto di forza della serie sta tutto nei personaggi: ho letto centinaia di libri di avventura, spy-stories and co., e sinceramente  mi ero stancata dei soliti eroi senza macchia né paura, che non falliscono mai; i personaggi creati da Rollins, invece, sono credibili e (anche se, per esigenze di “copione”, sono dei geni dotati di innumerevoli risorse) realistici. Per farvi un esempio, mi piace molto il modo in cui l’autore introduce Grayson Pierce, il protagonista della MDP e altri volumi seguenti: Gray, un agente impulsivo e introverso, si trova alla sua prima missione come comandante e alle prese con tutte le questioni e i problemi che un vero leader deve affrontare; inoltre, il rapporto conflittuale con il padre malato di Alzheimer lo rende un personaggio molto umano.
In conclusione, per chi è alla ricerca di una lettura leggera ma mai banale, di un momento di svago e avventuroso divertimento, salite sulle montagne russe create da Rollins e, vi assicuro, non riuscirete più a scendere!!
(Tutti i romanzi di James Rollins sono editi in Italia dalla casa editrice Nord)