"Se lei non avesse
tentato di uccidermi, sarei morto di certo. Ma tutti abbiamo un istinto di
conversazione, non è vero? Anche se quando emerge stiamo tentando il suicidio."
Notte di Capodanno: quattro persone si incontrano per caso
sul tetto di un palazzo; non hanno nulla in comune, tranne l’intenzione di
suicidarsi. Il primo ad arrivare “in cima” è Martin, presentatore televisivo in
profonda crisi professionale e matrimoniale dopo essere andato a letto con una
quindicenne. I suoi preparativi per il salto nel vuoto vengono interrotti dall’arrivo
di Maureen (secondo la mia modesta opinione, il personaggio meglio
caratterizzato e più realistico di tutti), una donna di mezz’età, madre single
di un figlio gravemente disabile. I due vengono raggiunti da Jess, un’adolescente
sboccata e arrabbiata con il mondo, ma, soprattutto, con i genitori e il
ragazzo che l’ha mollata. L’ultimo è l’americano JJ, squattrinato musicista
fallito che, per non “sfigurare” dinanzi ai seri ed evidenti problemi degli altri,
racconta di essere affetto da una malattia incurabile.
I progetti di suicidio vengono messi momentaneamente da
parte per discutere davanti alle pizze che l’ex musicista doveva consegnare, e
i quattro decidono di scendere dal tetto usando le scale, promettendosi di
rimanere in vita almeno fino al giorno di San Valentino. Ha così inizio la più improbabile
amicizia, fra quattro persone totalmente diverse, ma legati dalla terribile
esperienza che sono stati sul punto di vivere; in realtà non si può parlare di
amicizia vera e propria, poiché i quattro si detestano, spesso litigano, si
chiedono che senso abbia continuare ad incontrarsi e, addirittura, ad andare in
vacanza insieme, ma ognuno di loro diventa in qualche modo indispensabile all’altro.
Ormai il gruppo è formato e nel prendesi cura l’uno dell’altro,
i quattro trovano inconsapevolmente la forza di “tirare avanti”.
Sia ben chiaro, il tutto senza buonismo, bensì con l’incredibile
humour di Hornby che ci regala una storia drammaticamente esilarante, alternando
di capitolo in capitolo i diversi punti di vista e voci dei quattro
protagonisti. Grandiosa è la bravura di Hornby nel cambiare con cura stile del
linguaggio da un personaggio all’altro, riuscendo ad esprimere nitidamente il
carattere di ognuno di loro e facendoci affezionare a loro come fossero persone
in carne ed ossa.
Altra cosa che mi ha fatto amare questo romanzo e che lo
rende una piacevolissima ri-lettura ogni volta che lo prendo in mano, è il pregio
dello scrittore di essere riuscito a trasformare un argomento non esattamente
allegro – il suicidio – in una divertentissima storia, che riesce ad affiancare
momenti di immensa ilarità a riflessioni più profonde, senza mai diventare
scontato o noioso.
Se proprio dovessi trovare un difetto in questo che è, senza
dubbi, uno dei miei romanzi preferiti, lo troverei nel finale: non tanto il
modo in cui la storia finisce (i quattro accantonano momentaneamente l’idea del
suicidio), quanto piuttosto l’insipida scena finale in cui i protagonisti
rimangono a guardare il London Eye, chiedendosi se stesse girando oppure no.
Ma ciò, in fin dei conti, non rovina affatto questo
divertentissimo, originale, bellissimo libro!
Da leggere assolutamente!
p.s. dopo tante attese, smentite, voci di corridoio........ Non buttiamoci giù arriva al cinema!!
Thumbs up per Toni Collette!!
"Non buttiamoci giù (A long Way down)" è scritto da Nick Hornby e pubblicato in Italia da Guanda.
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